Azione 5
Analisi delle relazioni tra differenti condizioni di pascolamento e composizione delle comunità vegetali e animali
Considerando la diversità floristica e vegetale, da cui dipende la diversità animale invertebrata e vertebrata delle praterie, numerosi studi sugli effetti delle pratiche pastorali hanno ormai da tempo evidenziato come una conduzione oculata del pascolamento e utilizzazione dei cotici erbosi contribuiscano al mantenimento di elevati valori di ricchezza floristica e di diversità delle comunità animali.
La presenza di erbivori domestici al pascolo, se da una parte, è responsabile del disturbo alla fauna selvatica, dall’altra parte, mantiene elevata la qualità di un pascolo, favorendo un successivo utilizzo da parte di numerose specie animali.
Attualmente la mancanza di dati sulla struttura delle comunità animali in rapporto alle tipologie vegetazionali e, in particolar modo alla diversa gestione e conduzione pastorale, rende necessario uno studio specifico che ha come obiettivo l’individuazione di misure gestionali volte al mantenimento della qualità dei pascoli, in termini di diversità floristica e faunistica, con particolare riferimento alle specie di interesse conservazionistico.
Dall’interpretazione dei dati rilevati è stato possibile descrivere ed ottenere un “Catasto della Biodiversità” dell’azienda Jazzo Corte Cicero che può rappresentare un modello per le altre aziende anche al fine di redigere linee guida di pascolamento sostenibili per la conservazione dei pascoli stessi e della biodiversità. In particolare è stata descritta la struttura di comunità degli ortotteri e lepidotteri (indicatori dell’integrità delle praterie) e degli uccelli passeriformi tipici delle praterie (farmland birds).
Inoltre, è stato effettuato il monitoraggio degli uccelli passeriformi e dell’Occhione (Burhinus oedicnemus) in circa 50 stazioni di rilevamento selezionate sulla base del differente uso del suolo, rappresentative dei sistemi agro-pastorali dell’area Parco. Lo studio della flora sulla superficie aziendale è condotto mediante erborizzazioni in campo e successiva determinazione in laboratorio dei campioni non identificabili direttamente.
L’analisi vegetazionale è eseguita con il metodo fitosociologico della scuola sigmatista di Zurigo-Montpellier (BraunBlanquet, 1932; Westhoff & van der Maarel, 1978). Questo si basa sull’esecuzione in campo di rilievi della vegetazione nelle diverse unità fisionomico-strutturali a composizione floristica omogenea.
I rilievi appartenenti a ciascuna tipologia vegetazionale sono poi raggruppati in tabelle e classificati grazie alla evidenziazione dei gruppi di specie caratteristiche dei diversi syntaxa, così come noti nella letteratura specializzata.
Questo metodo consente la caratterizzazione della vegetazione anche ai fini dell’individuazione degli Habitat di interesse comunitario presenti nell’area di indagine, così come definiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE.
L’analisi fitopastorale, finalizzata all’individuazione del valore pastorale, è condotta secondo una metodologia a carattere naturalistico (Daget & Poissonet, 1969. C.N.R.S., n. 16, Montpellier; Innamorati et al., 1988, 1989. Not. Fitosoc., 24: 109-124) successivamente estesa a tutte le tipologie di vegetazione individuate con metodologia fitosociologica.
A partire dai rilievi fitosociologici, tale metodologia prevede il calcolo del Valore Agronomico complessivo di un pascolo sulla base del grado di ricoprimento specifico e della Classe di appetibilità di ciascuna specie (Valore Foraggero).
Con questi studi di base sarà possibile verificare le caratteristiche quali-quantitative delle praterie anche in termini di biodiversità fitocenotica e di stato di conservazione e valutare la qualità pastorale delle aree considerate. Quest’ultimo aspetto risulta fondamentale per la loro gestione zootecnica in funzione della loro salvaguardia e del mantenimento del valore economico.